Frattura composta di un luogo, Frattura composta di un nome — Andrea Accardi

C’è tanta neve che pare di stare in un quadro di Brueghel. Gli studenti entrano ed escono da case tutte uguali. Giocano con la neve quasi per dovere, poi si lamentano del gelo alle dita. Come in un quadro di Brueghel, si prepara forse un massacro, una festa. Oppure niente.

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Le inservienti puliscono le scale, ne incontri le schiene, curve o già svanite in una scia di sapone. Dagli appartamenti più alti si vedono tetti e altri appartamenti e gente che fa le stesse cose che facevi tu prima di metterti a guardare.

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Da George trovi tutto il necessario, ed è sotto casa. Ti aggiri tra scaffali di prodotti sottomarca, di snack dai nomi impronunciabili. Perdi tempo, lo guardi seduto alla cassa come fosse il guardiano del freddo.

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La città ripete in piccolo la vita di una città più grande, ma in assenza delle auto l’immagine che ti prende è quella di un ordinato formicaio. Tutto sembra la prova di qualcosa di più grande che avverrà fuori, all’esterno. Ascolti Imitation of life dei R.E.M., e la voce di Stipe nelle cuffie è l’unica cosa vera.

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Fabien imita le voci e suona il piano. Finora ha tenuto ben distinti questi due talenti. Fabien sa essere molto di compagnia ma sta bene anche solo. Ad esempio gli piace andare a fare il bucato, specialmente d’inverno. Per tre ore seduto fissa la centrifuga, ascolta la grandine di una moneta scordata nei pantaloni.

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Sabine segue con interesse il corso di letteratura. Scrive ogni parola del professore, anche le parentesi che non si richiudono. Una volta lo ha visto mangiare la pasta da un cono di carta, e sporcarsi un po’ il muso. Ha pensato come a una forma di refuso.

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La cittadina si svolge linearmente, secondo un rigore ammirevole, una sola intenzione geometrica. Assomiglia molto alla mappa che la rappresenta. Anche i dolci hanno la forma dei tetti. Il centro seminato di arte contemporanea, forme astratte, sagome stilizzate ai bordi di fontane. Dai giardini delle case si possono invece intravedere fra le foglie nani che occhieggiano o mostrano il culo.

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Cristina ha subito addobbato la stanza, libri, foto, un poster di Bowie. Dalla finestra vede il campanile spaziale e una scaglia di lago. Tutto è immobile come non lo ha visto mai. Si attende forse un inizio. I neon sembrano radiazioni delle foglie.

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Fabien ha pensieri ossessivi ridicoli, quando guarda il campanile gli sembra un cazzo. A volte il suo non se lo sente, altre gli sembra un mantice. Vorrebbe sentirsi ogni giorno come quando ha scoperto che il chinotto è un frutto.

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La primavera si accende come ovunque di fioriture improvvise, ma i termosifoni accanto al letto rimangono caldi ancora per qualche tempo. Si va su e giù per le scalinate, sostando con le casse d’acqua. Il centro commerciale ha vetrine e musichette da centro commerciale, ci vai per sentirti altrove. Ogni tanto parte una canzone di prima che tu nascessi, e ti prende uno struggimento senza un perché.

[Testi tratti da Frattura composta di un luogo, Ladolfi Editore 2019, e Frattura composta di un nome, Ladolfi Editore 2020, ndr]

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L’autore:

Andrea Accardi è nato a Cagliari nel 1984 ed è cresciuto a Palermo. Si è laureato in Letterature e filologie europee all’Università di Pisa nel 2008, e sempre a Pisa ha conseguito nel 2012 un dottorato in Letteratura francese studiando il dramma di Maurice Maeterlinck. Attualmente insegna Lettere alle scuole medie a Palermo. Fa parte della redazione del sito letterario Poetarum Silva. Ha pubblicato presso Ladolfi editore Frattura composta di un luogo nel 2019 e Frattura composta di un nome nel 2020. Alcuni testi dal libro di poesia inedito Nosferatu non esiste sono apparsi su Poetarum silva, L’EstroVerso, Inverso e nella silloge a cura di Antonio Devicienti “Se i poeti s’incontrano (Poeti d’origine siciliana di questi anni)”.

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